Lucia

Lucia

Per molto tempo ho avuto mal di testa e capogiri. Il mio medico di base continuava a dire che fosse colpa della cervicale, e così sono andata avanti per anni, convivendo con questi sintomi. I giramenti di testa e la sensazione di instabilità erano continui, al punto che finivo spesso per cadere. A un certo punto ho deciso di fare una risonanza magnetica, e il risultato è stato così preoccupante che il medico mi ha mandato subito al pronto soccorso di Trento. Ed è lì che tutto è cominciato.

Il neurochirurgo mi ha prescritto iniezioni di cortisone per ridurre l’edema, da fare per due mesi. Ma nonostante ciò, sono caduta di nuovo: i capogiri erano troppo forti. Così, mi hanno operata d'urgenza. L'operazione è durata undici ore. Ho passato due giorni in rianimazione, e quando mi sono svegliata, mi sono ritrovata in un letto di ospedale con la testa completamente fasciata. Il chirurgo mi ha spiegato che avevano trovato una grossa massa nel mio cervello: si trattava di metastasi, partite dal polmone a causa di una mutazione genetica. Il mio corpo era pieno di queste metastasi. Quindici giorni dopo, mi hanno messo in cura in oncologia.

Il 4 luglio 2023 sono stata operata al cervello e, subito dopo, mi hanno preparato una maschera che mi comprimeva tutta la testa per poter fare la radioterapia mirata. Mi hanno spiegato che, se fossero rimaste metastasi, quella terapia le avrebbe colpite con precisione. I medici, però, non avevano molte speranze, mi dicevano che non c'era nulla da fare. Nonostante tutto, non mi sono mai arresa e ho deciso di continuare la mia vita, separando il cancro da me stessa. Il cancro era qualcosa che avevo dentro, ma Lucia era un’altra cosa. Non ho mai permesso che le due entità si fondessero; le ho sempre tenute ben distinte.

L'8 settembre 2023 ho iniziato a prendere una pillola chiamata Tagrisso, 80 mg ogni mattina, sempre alla stessa ora, con abbondante acqua. Ho deciso di affrontare la cura in un modo particolare: prendere il Tagrisso per combattere il cancro, ma continuare a nutrire il mio corpo come Lucia. Gli oncologi mi hanno detto che il mio tumore era inoperabile, che era partito dal polmone e aveva invaso tutto il corpo. Tuttavia, ho iniziato la cura con uno spirito diverso: la pillola per il cancro era una cosa, ma il corpo di Lucia era un’altra. Ho cominciato a prendermi cura di me stessa nel miglior modo possibile: mangiando bene, camminando, respirando aria fresca nei boschi e stando poco sul divano.

Preparo da mangiare, pulisco casa, e Lucia si occupa anche del prato. È vero, le pillole provocano stanchezza, sonnolenza e il desiderio di restare sempre sul divano con gli occhi chiusi. Ma Lucia sa di avere un cancro importante e non lo accontenta. Sono consapevole che la mia vita è cambiata, certo, ma continuo a vivere, perché mi piace vivere. Mangio, mi preparo il cibo, non voglio perdere peso. Il mio corpo è importante, lo curo con attenzione: doccia quotidiana, igiene dentale, crema per il corpo per evitare che la pelle si secchi. Ho eliminato tutti i cibi che potrebbero nuocermi. Bevo due litri di acqua al giorno, mangio quattro mele ogni giorno. I dolci li evito, non voglio alimentare il cancro che ho nel polmone. Mangio verdure, pesce, carne bianca e un po' di carne rossa. Poi, prendo la mia cagnolina e cammino. Mangiare bene è essenziale.

Oggi, ad esempio, sono andata a fare una lunga camminata di due ore con la mia cagnolina, immersa nella natura. È stato bellissimo. La mia mente, nel frattempo, pensa e ripensa, e mi organizzo il pomeriggio: c’è sempre qualcosa da fare. Ho pulito l’aiuola del giardino e così il tempo è passato. Domani mi aspetta una bella giornata: andrò in libreria, un luogo meraviglioso, immerso tra i libri. Scelgo un libro a caso e poi mi perdo nella lettura. Anche di notte bisogna occupare la mente: leggo, scrivo, mangiucchio qualcosa, e così il tempo passa. La vita continua a correre veloce. Presto avrò 73 anni. Questi anni sono volati e ora, in questa fase della mia vita, mi ritrovo a cercare di capire qualcosa di più, anche se ancora non ho trovato tutte le risposte.

I medici fanno molto, davvero tanto, ma c’è una cosa che forse non possono comprendere davvero: cosa si prova quando aprono il tuo cervello, e cosa senti quando ti risvegli. No, il conforto e la consolazione spesso non servono. Bisogna reagire subito, accettare. Non è utile piangersi addosso, anche se una lacrima ogni tanto ci può stare. Ma poi basta, bisogna andare avanti, con naturalezza. Non importa se le metastasi vogliono divorarti: tu, Lucia, non lo permetterai. Purtroppo, molte persone si allontanano quando sanno che hai il cancro, eppure siamo uguali. Forse, però, Lucia ha qualcosa in più, un’esperienza che altri non hanno (e per fortuna). Questa malattia ti fa maturare, ti fa capire chi siamo veramente. Allora, lottiamo. Non dobbiamo fuggire dal nostro corpo. Siamo belli comunque, e se proprio abbiamo bisogno di parlare, ci sono persone disposte ad ascoltarci, pronte ad aiutarci a gestire le emozioni al meglio.

La vita è una poesia, una meraviglia, e dobbiamo rispettarci. Voglio anche ringraziare chi mi è stato vicino, una persona che è stata come un angelo per me, ascoltandomi con delicatezza. È grazie a questo angelo che oggi posso parlare di questa mia esperienza, così profonda e significativa. Grazie, Arianna, per esserci. Grazie a voi tutti. Oggi sono una persona nuova.